Quale modo migliore per festeggiare un centenario se non riprodurre fedelmente il primo esemplare uscito dalla catena di montaggio, uguale spiccicato, ma con la tecnologia e il comfort di un’auto di oggi? È ciò che Mitsubishi ha scelto di fare con il suo Modello A del 1917, che un secolo anni fa gli aprì la strada verso una luminosa e lunga carriera. La tecnica (e filosofia) utilizzata per compiere questo prodigio e però quella battezzata “Restomod”…
Restomod è la fusione delle parole restauro e modifica, ed è in sostanza un sistema per restaurare le auto d’epoca in maniera libera, senza quei vincoli storici che impongono l’utilizzo di ricambi originali. Basta riprodurre fedelmente la carrozzeria e “riempirla” con tutta la tecnologia necessaria per far funzionare al meglio l’auto, il resto non conta. Insomma, una roba da far morire di infarto gli appassionati di auto d’epoca, per i quali perfino l’ultimo bullone deve essere originale.
Ma Mitsubishi vuole andare oltre e al prossimo Salone di Los Angeles vorrà stupire il mondo intero: con la collaborazione della West Coast Customs monterà sulla carrozzeria del Modello A la tecnologia del suo attuale modello più avanzato, dell’Outlander Plug-In Hybrid Electric, dotato di un motore a benzina da 2,0 litri, di due motori elettrici e di S-AWC, il sistema di controllo Super All-Wheel.
“Il modello Mitsubishi A è il veicolo che ha aperto la strada a molti altri modelli unici ed emozionanti nel corso degli anni”
Conferma infatti il direttore marketing Mitsubishi North American, Francine Harsini, aggiungendo:
”Siamo felici di riprogettarlo con la West Coast Customs. Il modello A avrà a disposizione tutti gli aspetti distintivi del veicolo del 1917, ma sarà costruito sulla piattaforma PHEV, che offre la più recente tecnologia automobilistica”.
Cosa diranno i puristi è facile immaginarlo. Ma la verità è che la moda del restomod sta contagiando anche altre case automobilistiche, ammaliate dalla tentazione di rispolverare vecchie glorie con sforzi tutto sommato contenuti. È vero, non sarà sicuramente la stessa cosa, l’esperienza di guida di un’auto di cinquant’anni fa è totalmente diversa rispetto a una vettura odierna. Ma forse è proprio questo il punto.
Fonte: www.repubblica.it